Stamattina la città vesuviana di Terzigno si è svegliata con uno striscione eloquente, comparso dopo i roghi che nelle scorse settimane hanno devastato ampie aree del Parco Nazionale del Vesuvio. A firmarlo, il gruppo ultras “Vecchi Fans 1997”, che ha voluto lanciare un messaggio diretto: la giustizia non deve avere due velocità.
Negli stadi italiani, infatti, la repressione è immediata. Una torcia in un corteo, un lancio di fumogeni o uno scontro tra tifoserie sono sufficienti a far scattare indagini lampo e pene rapide. Il Daspo – il divieto di accesso alle manifestazioni sportive – resta l’arma principale con cui lo Stato contrasta le frange violente del tifo. Secondo i dati del Ministero dell’Interno, il numero dei provvedimenti emessi è in costante crescita, segno di un’attenzione sempre alta verso l’ordine pubblico negli impianti sportivi.
Gli ultras però, chiedono che la stessa rapidità sia applicata anche ai crimini che colpiscono il territorio e la collettività. “Chi ha sbagliato deve pagare”, è il messaggio contenuto in breve nello striscione, un invito rivolto alle procure affinché le indagini sugli incendi non si esauriscano nel nulla e non si trasformino in una “bolla di sapone”.
La polemica è chiara: mentre per gli ultras la macchina repressiva scatta in poche ore, sui grandi reati ambientali – come i roghi che distruggono un patrimonio naturalistico e mettono a rischio la salute pubblica – spesso le inchieste si trascinano, senza approdare a responsabilità certe.
Il grido degli ultras non è dunque solo un atto di contestazione, ma un richiamo a una giustizia uguale per tutti, capace di garantire pene certe anche per chi devasta il territorio e compromette il futuro delle comunità vesuviane.