«Vivete la realtà. La vita è una cosa straordinaria, vivetele in maniera profonda, intensa. Noi abbiamo uno strumento maledetto tra le mani, lo smartphone: lo chiamano social ma è asociale, vi allontana”. È un invito a vivere la realtà quello del magistrato Catello Maresca, protagonista dell’incontro con gli studenti dell’I.C.3 “De Curtis – Ungaretti” di Ercolano, per la giornata-evento dal titolo “Il solco della Legalità = Giustizia e Libertà”. Cita l’attore Massimo Troisi in “Ricomincio da Tre”, in particolare la frase cult “Robertino scetate”: «Spero che ciascuno di voi possa trovare qualcosa in cui credere. La legalità non può restare una parola vuota. Dovete crederci, perchè offre la grande opportunità di essere persone libere – insiste il magistrato, simbolo della lotta alle mafie – La libertà è un grande aspirazione che bisogna costruire. Non significa fare tutto ciò che volete, anzi imposta delle autolimitazioni. Nell’anarchia, nell’illegalità ognuno fa ciò che vuole, non prevale però il più bravo, il più intelligente, ma il più violento, il più aggressivo». Un dialogo diretto con i giovani, senza paura di mettersi in gioco, anche rispetto alle domande più schiette. Centrale il ruolo cardine della “Scuola, l’istituzione per eccellenza” per Maresca nella costruzione della personalità dei giovani. Presenti in platea tutte le forze dell’ordine. Insieme alla Preside Cagnazzo e alla comunità docente, a portare i saluti anche il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuoto e l’assessore all’Istruzione Anna Giuliano. «La Scuola è e sarà sempre un presidio dello Stato – sottolinea il dirigente scolastico, Prof.ssa Laura Patrizia Cagnazzo – Siamo in un territorio non sempre facile, che balza agli onori della cronaca per motivi negativi. Il contrasto noi lo attiviamo sin da piccoli, attraverso l’educazione all’ambiente, alla legalità. L’incontro con il dottor Maresca è illuminante per i nostri ragazzi dell’ultimo anno, che stanno per lasciare le superiori di primo grado. La scuola ha un valore fondamentale, che consiste nel trasformare queste giovani menti in “menti pensanti”. Questo è uno dei nostri interessi primari. Ringrazio Catello Maresca, perché, attraverso la sua esperienza personale, ha cercato di far capire ai nostri giovani l’importanza di imparare a costruire da soli un percorso di vita, di formazione che darà loro sicurezza per il futuro”. E proprio la preside Cagnazzo delinea il profilo di Catello Maresca, a partire dal suo libro “NCO le radici del male”: il grande magistrato, che ha diretto le operazioni che hanno portato all’arresto del latitante Michele Zagaria, e l’uomo impegnato nel sociale e nelle scuole, che confessa il suo legame fortissimo con Portici ed Ercolano, “la sua terra a cui è legato da una forza attrattiva”. «Le istituzioni sono sacre. Il Sud è una grande opportunità. Abbiamo bellezze e risorse. I nostri ragazzi hanno intelligenza viva. È come se avessimo un tappo, rappresentato da questa sub cultura criminale. Il primo passo è la consapevolezza – dichiara Maresca – Pensiamo che solo noi abbiamo le mafie, una sorta di peccato originale. Invece sono diffuse ovunque. La questione vera è non aver paura di riconoscerle, dobbiamo urlarle. È un problema culturale che dobbiamo superare nel Mezzogiorno. La criminalità che cresce sottrae libertà e tranquillità. Spesso possono prevalere le regole della parte brutale della società, la criminalità economica, l’azzardo, la droga, lo sfruttamento della prostituzione: illegalità nelle mani di organizzazioni criminali e di comunità straniere che fanno il lavoro sporco». Racconta della sensazione di ritrovarsi faccia a faccia con il boss dopo la cattura, l’uomo contro l’uomo, il pianto liberatorio, la gioia, i sacrifici, la sperimentazione di un metodo, la squadra di lavoro. E ancora di Catello 15enne, e della scelta tra il sogno di fare il calciatore o il magistrato: «Piansi 3 giorni e 3 notti. Una scelta determinante per il futuro. Ho sempre avuto un innato senso di giustizia profonda. Penso di aver fatto la scelta giusta. Sono sotto scorta da 13 anni. Ho dovuto sacrificare delle cose, ma rifarei tutto. Sono figlio di una generazione che a 20 anni studiava Giurisprudenza e ha vissuto in maniera drammatica le stragi di Capaci e via D’Amelio, dei giudici Falcone e Borsellino. Una generazione che aveva voglia di rivalsa rispetto a chi opprime la crescita delle nostre comunità. Ho sempre creduto nel valore della testimonianza, nella necessità di portarla all’esterno, fuori dalle aule di giustizia dove avvengono i processi e dove si dimostra che lo Stato vince sul malaffare, sulla criminalità, sulla corruttela, su tutte quelle situazioni negative che condizionano la vita dei cittadini. Portare questa testimonianza alle scuole, ai ragazzi per dimostrare uno Stato presente, per creare fiducia». Un disagio che nasce dall’assenza di cultura e si combatte a scuola, secondo la Preside Laura Patrizia Cagnazzo: «Oggi abbiamo testimonianze illustri che lasceranno un solco profondo nelle vite dei nostri ragazzi. Non possiamo girarci dall’altro lato, l’illegalità va denunciata per una società migliore. Maresca è un uomo di questa terra».Il prossimo 27 aprile gli studenti dell’I.C.3 “De Curtis Ungaretti” parteciperanno alla Marcia per la Legalità ad Ercolano. «La testimonianza di oggi si inserisce in una più ampia progettualità – insiste il dirigente scolastico – Una rete che mette insieme le scuole del Distretto di Ercolano, le forze dell’ordine, la Finanza, i Carabinieri, i Vigili del Fuoco, la Capitaneria di Porto, la Croce Rossa, la Protezione Civile, il Comune e le associazioni. Abbiamo trovato un’intesa sul bene comune. Gli istituti scolastici devono sopravvivere all’interno delle nostre comunità, anche se in una zona periferica, per cui aspiriamo sempre a maggiori servizi e ad una progettualità sempre più ampia che coinvolga tutti, genitori, giovani, istituzioni e i più piccoli».
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