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Intervista al Dottor Infascelli, direttore Centro Medicina Iperbarica all'ospedale  Santobono/Pausilipon

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Rosario Marco Infascelli (nella foto) è Direttore del Dipartimento di Area Critica nonchè della Unità operativa Complessa  “Anestesia – Centro di Medicina Iperbarica con annesso ”ambulatorio per le ferite difficili” dell’AORN Santobono-Pausilipon di Napoli.

Altamente specializzato nel settore, è stato Presidente Nazionale della Società Italiana di Medicina Subacquea ed Iperbarica (SIMSI) per 12 anni e Coordinatore nazionale di area per 3 anni della SIAARTI (Società degli Anestesisti-Rianimatori). Attualmente è anche  componente del Comitato di gestione del Master di II livello in Medicina Subacquea e Iperbarica istituito presso l’università di Catania.  Si tratta di un percorso accademico e formativo   di alto  livello che tende a sostituire la gloriosa Scuola di Specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee dell’Università di Chieti soppressa nell’ormai lontano 2006.

E’ certamente l’unico corso formativo del Meridione e di buona parte del Centro Italia che forma ed aggiorna medici in medicina Subacquea ed Iperbarica permettendo l’inserimento nel mercato del lavoro specifico o fornendo qualificato aggiornamento a medici già inseriti nel settore. Da qui l’idea di riequilibrare l’offerta formativa e permettere anche a coloro che risiedono nel meridione di accedere ad una elevata specializzazione nel campo della medicina iperbarica. Per iniziativa del prof. Infascelli è quindi nato questo Master che fino al 2016 si è svolto sotto l’egida dell’Università di Palermo  in collaborazione con il Consorzio Universitario di Trapani per poi essere ulteriormente supportato e sviluppato, dal 2017,  grazie all’interesse dell’Università di Catania sempre in collaborazione e in sinergia con il Consorzio Universitario della Provincia di Trapani. Nello specifico il Master si sviluppa in un percorso di 1500 ore articolate in lezioni in presenza, tirocinio e ore di apprendimento online. Terminato il percorso di specializzazione viene rilasciato un attestato ufficiale che è riconosciuto a livello internazionale e dà diritto a 60 crediti universitari. Obiettivo del Master è diffondere conoscenze specifiche teorico/ pratiche in accordo con le linee guida europee ECHM-EDTC.

Il Professore Infascelli spiega: “Il Master agevola l’inserimento lavorativo del medico nel campo della subacquea ricreativa, professionale e sportiva ed è potenzialmente in grado di creare figure professionali mediche che possano progettare, gestire e dirigere centri di medicina iperbarica pubblici e privati, cantieri in ambienti di lavoro iperbarici. Conoscere ed applicare la ossigenoterapia iperbarica è fondamentale, ad esempio, nella cura degli incidenti embolici (patologie da decompressione), un problema che colpisce coloro che praticano attività subacquea a livello lavorativo, sportivo e ricreativo. Anche se relativamente rare, le emergenze in medicina subacquea ed iperbarica, per un corretto approccio, necessitano di una organizzazione del soccorso basata su precise linee guida e supportata da specialisti. Gli incidenti in mare possono esitare nella sindrome da annegamento mentre nella subacquea le emergenze possono essere ridotte alle patologie da decompressione. Sono da considerarsi, inoltre, emergenze iperbariche sia le intossicazioni acute da ossido di carbonio che la gangrena gassosa. Negli incidenti in mare il primo soccorso deve essere adeguato ed effettuato da personale formato. La rapidità di intervento in questi casi è fondamentale: essa è però condizionata dal raccordo tra tutti i soggetti che concorrono nel sistema. Nelle aree disagiate, lontane dagli agglomerati urbani, il problema di un efficiente ed efficace soccorso è molto sentito“.

Naturalmente le strutture e la capacità professionale degli addetti al soccorso sono decisive per un esito positivo: aggiornamento e formazione, linee guida per un corretto approccio al paziente sono l’obiettivo cui tendere. “L’intervento in emergenza – sottolinea Infascelli – in caso di incidente in mare comporta tempi di azione ristretti essendo l’efficacia terapeutica proporzionale alla rapidità dell’intervento stesso. Le urgenze subacquee ed iperbariche, specie in alcune Regioni,  seguono ancora percorsi non appropriati a causa dell’inadeguatezza delle strutture di pronto soccorso, della mancanza di Centri Iperbarici adeguati all’emergenza,  e del mancato aggiornamento del personale sanitario. Nella subacquea con autorespiratori gli incidenti sono causa di sindromi che richiedono pronto intervento mirato con presidi terapeutici fondamentali quali la tempestiva ri-compressione in camera iperbarica“.

In tutti i casi, chi pratica il primo intervento deve conoscere le tecniche di rianimazione cardiopolmonare e saperle applicare, avendo padronanza nelle manovre da compiere in attesa dell’intervento. Nella subacquea la ri-compressione terapeutica (ossia il trattamento in camera iperbarica)  resta l’unico presidio capace di fornire un adeguato approccio terapeutico. Ma la ri-compressione deve essere effettuata da specialisti capaci di fare in primis una corretta diagnosi. Ma la Medicina Iperbarica non è solo urgenza. Numerose sono le applicazioni in varie patologie, dalle ulcere di natura arteropatica alle ferite traumatiche, ai postumi di interventi chirurgici. Da qualche tempo, relativamente recente, grazie alla ossigenoterapia iperbarica, ottimi risultati si ottengono anche nelle sordità improvvise. Negli anni, grazie ai Master specifici, sono stati formati medici competenti ed entusiasti. Sta al sistema sanitario e ai Centri privati (compresi i cantieri di lavori subacquei) utilizzarne le capacità e le competenze.

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