Quella del caporalato è una drammatica piaga sociale in quanto oltre a sfruttare le difficoltà dei lavoratori, danneggia la maggioranza delle realtà agricole che operano in un quadro di legalità. Il quadro d’insieme è piuttosto chiaro: sfruttamento e abuso dei lavoratori (soprattutto immigrati), con gravi conseguenze per la loro salute e dignità; perdita di competitività per le aziende che rispettano le norme lavorative; impatto negativo sull’economia locale e nazionale.
Questi temi saranno discussi nel corso del convegno, organizzato dalla presidenza nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori, che si svolgerà martedì 24 giugno, a partire dalle ore 17 nell’aula Pessina dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Il convegno, intitolato “Caporalato, sfruttamento e diritti negati, strategie per un contrasto efficace”, sarà introdotto dal rettore della Federico II Matteo Lorito. Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi poterà i suoi saluti istituzionali, mentre il presidente provinciale di Mcl, Michele Cutolo, aprirà i lavori.
Parteciperanno il monsignor Antonio Di Donna, Vescovo di Acerra; Antonio Ricci, procuratore aggiunto della Procura di Napoli; Giuseppe Patania, direttore interregionale dell’Ispettorato del Lavoro Nazionale; Nicola Caputo, assessore regionale all’Agricoltura; Antonio Ponte, vicario direttore generale dell’Inps; Vincenzo Caridi, capo dipartimento del Ministero del Lavoro; Mattia Pirulli, segretario confederale della Cisl. Concluderà i lavori Alfonso Luzzi, presidente nazionale Mcl. Modererà Fabrizio Coscia, editorialista del quotidiano l’Altravoce.
«Il problema del caporalato – osserva Cutolo – è purtroppo un fenomeno ancora radicato nel paese dove un popolo di disperati continua a lavorare anche 14 ore al giorno per 2 euro all’ora, sotto il sole rovente per raccogliere frutta e ortaggi pur di racimolare qualche soldo e pagare i debiti contratti per arrivare in Italia, almeno 10-12mila euro. Grazie a questo convegno avremo modo di confrontarci con gli esperti di settore al fine di individuare altre strategie di contrasto a una pratica di reclutamento davvero aberrante».
«Mcl è da sempre impegnata nella lotta al caporalato e allo sfruttamento della forza lavoro – aggiunge Luzzi – ma si rende necessario l’inasprimento delle norme in vigore».