Calcio femminile, intervista ad Angela Passeri: promessa italiana

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Angela Passeri, classe ’04, è uno dei profili più promettenti del panorama calcistico italiano. In prestito al Pomigliano dall’Inter, con la squadra granata è fin da subito diventata protagonista, conquistandosi il meritato posto da titolare. Centrale anche nel progetto delle azzurrine, con lei la futura difesa azzurra sarà in buone mani. Ecco cosa ci ha raccontato.

Si è conclusa la prima parte di questo campionato “a due fasi”. Che bilancio faresti per il Pomigliano?

Al di là delle ultime giornate, noi siamo molto orgogliose del nostro percorso. Non possiamo permetterci di dimenticare da dove siamo partite. Abbiamo mostrato un buon calcio e soprattutto di potercela giocare a viso aperto con tutte le squadre. Sin da subito ci siamo messe al lavoro sapendo che con entusiasmo e fidandoci l’una dell’altra avremmo conseguito ottime prestazioni.

A breve inizierà la poule salvezza. C’è una squadra che temete maggiormente e che secondo te sarà più ostica da affrontare?

Saranno 8 finali, non ci sarà nessuna squadra da temere e nessuna squadra da sottovalutare. I dettagli, in questo caso, faranno la differenza ed è necessario curarli per farci trovare sempre pronte.

Sei arrivata a Pomigliano nel mercato estivo e sei da subito diventata un punto fermo della difesa. Quanto è importante alla tua età avere questa continuità e poter acquisire esperienza in serie A?

Mi ritengo fortunata. Ho ricevuto una fiducia sconfinata da parte della società, dello staff e dalle compagne. Penso che nella nostra piccola realtà c’è bisogno di tutte. Sono felice soprattutto perché qui ho la possibilità non solo di mettermi in mostra, ma di migliorarmi e superare i miei limiti. Le mie compagne, in questo mio percorso stanno facendo la differenza per far sì che io possa proseguire con la giusta umiltà e mentalità.

In un calcio femminile in cui prendono sempre più piede le grandi società, cosa significa far parte di un progetto come quello del Pomigliano?

Come ribadito prima, c’è bisogno della massima disponibilità di tutte. È un’esperienza di vita che mi sta definendo tanto! Qui si sogna, qui c’è un lavoro basato su dei valori ed è la cosa che più mi porto dentro. Qui ci sono persone dal cuore grande!

Il 12 settembre 2021 hai fatto il tuo esordio in serie A, a soli 17 anni, con la maglia dell’Inter. Cosa ricordi di quei momenti? Quali emozioni porterai sempre con te?

È sempre importante tenere a mente da dove parti, quali sono le tue radici e quel momento li è stato un motivo in più per spingere al massimo per non accontentarsi! Scendere in campo con un club importante come l’Inter mi ha permesso di raggiungere una parte dei miei obiettivi e mi ha consentito di mettere un punto e capire qual era lo step da fare. Ovviamente la maglia dell’esordio la conservo con affetto e gratitudine!

Sei giovanissima ma hai già vestito maglie prestigiose. Viaggiando con la fantasia, c’è un club anche internazionale di cui ti piacerebbe far parte o una giocatrice con cui sogni di dividere il campo?

Mi piace immaginare che tra qualche anno il calcio femminile in Italia possa raggiungere livelli ancora più alti e di poter militare in categorie importanti ma mi affascinano il calcio inglese e spagnolo. Un club in cui mi piacerebbe approdare sarebbe il Barcellona per poter condividere il campo con Mapi León.

Potremmo definirti figlia d’arte. Il fatto che tuo padre e tuo fratello giocassero ha influito sulla tua scelta di dedicarti al calcio? Hai qualche ricordo speciale legato alla tua famiglia e a questo sport?

Indubbiamente! Ricordo centinaia di campi girati con la mia famiglia per vedere le partite di mio padre e mio fratello, ed ogni occasione era giusto per stare col pallone tra i piedi. Ho ricordi bellissimi e ogni valore che possiedo è anche grazie a loro. La più grande fortuna è stata il fatto che mai nessuno mi ha impedito di praticare questo sport. Per noi tutti è sempre stato uno stile di vita il calcio. Ho tantissimi ricordi speciali, da piccolina giocavo con amici di mio fratello nel quartiere, in mezzo alla strada. Sono cresciuta così!

Oltre ad essere punto fermo del Pomigliano, sei ormai una stabile “azzurrina”. Cos’è per te la nazionale e quanto della crescita del movimento passa secondo te da questa maglia?

La maglia azzurra è parti di me in quanto ha conseguito il passaggio da una squadra maschile a quella femminile. I primi anni alternavo i campionati regionali maschili con le chiamate in campi internazionali con la maglia azzurra. Ho un legame importante con tutte le emozioni che provo quando ho l’onore di indossarla. Per me la nazionale è il fuoco che vedo negli occhi delle mie compagne quando si canta il nostro inno, le lacrime per un obbiettivo non raggiunto, la consapevolezza di dover parlare in campo lo stesso calcio in poco tempo. Ti permette di capire, confrontandoti con culture e percorsi differenti, dove è possibile migliorare e a che punto sei. Questo ti insegna a gestire tantissime altre cose che sono necessarie quando si rientra nel club di appartenenza.

Si ringrazia la società Pomigliano Women nella persona di Enzo Ruggiero.

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