Diversamente abili allo stadio, appello al Comune di Napoli

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Ancora una volta allo Stadio Diego Armando Maradona di Napoli emergono le difficoltà per cittadini e tifosi con disabilità di poter assistere dignitosamente alla partita dal vivo. Come ricostruisce il giornalista Maurizio Zaccone, da tempo impegnato in una campagna di sensibilizzazione volta a migliorare le condizioni in cui i diversamente abili vengono accolti allo stadio, anche  in occasione del match di Champions tra Napoli e Barcellona non sono mancati problemi e disagi. Zaccone spiega: “In particolare alcune foto diffuse sui social mostrano un tifoso con disabilità motorie, costretto in carrozzina, che non può vedere la partita perché altri tifosi la guardano in piedi davanti a lui. In particolare, nella foto si vede uno scorcio del settore inferiore di una delle curve, dove sono posizionati solo 56 posti per le persone con disabilità in carrozzina. Questi posti furono messi a disposizione del Napoli dal Comune circa due anni fa per integrare i soli 44 posti disponibili nella tribuna family. Ma furono concepiti male perché la loro collocazione è sbagliata. E infatti il 13 ottobre 2022, durante Napoli-Ajax, fecero scalpore le foto che ritraevano tanti tifosi impossibilitati a vedere il mach per la stessa problematica. Il Napoli pensò bene di sospendere la vendita delle curve inferiori per evitare il ripetersi della circostanza e si è andato avanti, fino allo scudetto, con soli 44 posti. Il numero, come appurai, più basso d’Italia. In una lunga battaglia durata un anno e mezzo, nel quale ho partecipato a più riunioni in Commissioni Sport, fatto sopralluoghi allo stadio, con interpellanze e mozioni in Comune grazie a @flaviasorrentino che accolse subito la mia richiesta d’intervento, dopo aver raccolto la disponibilità e sensibilità  di tante realtà, dalla X municipalità a tutti i consiglieri comunali, opposizione e maggioranza, fino agli assessori competenti, si è arrivato finalmente ad un epilogo. Si è finalmente, come avevamo più volte caldeggiato, operato un distinguo nei settori tra i tifosi con disabilità motorie e quelli con altri tipi di disabilità, però deambulanti. Questo ha permesso l’apertura di un nuovo settore nei Distinti inferiori (con adeguamenti realizzati dal Comune per renderlo idoneo, ovvero l’installazione di bagni adatti) per 120 persone. Che sommati ai 56 posti nelle curve inferiori, i 44 della tribuna family e i 38 riservati agli ospiti (ahimè quasi mai occupati) ci porta a 258 posti. Leggermente sotto il requisito minimo (278) ma almeno in quello della civiltà. Il rispetto di quel requisito minimo di legge (D.M. 236/1989), la FIGC l’ha anche inserito nei criteri infrastrutturali degli stadi di Serie A per essere a norma. All’inizio del campionato il Napoli però non ha attivato subito questi posti resi disponibili dal Comune, e abbiamo tutti sollecitato che lo facesse. Questo è avvenuto alla vigilia di Napoli-Udinese di questo campionato, 26 settembre 2023. Il Napoli mi ha permesso, grazie sempre all’intermediazione della vicepresidente del consiglio comunale Flavia Sorrentino, di operare un sopralluogo all’interno dello stadio poco prima del match, accompagnato da due dirigenti della società. Tutto regolare nel settore dei Distinti (120 posti) e nella tribunetta dedicata (44 posti). In quello delle curve inferiori, quello della foto e più a rischio, in quell’occasione furono venduti solo 6 biglietti (nel contempo il Napoli aveva deciso di aumentare il costo di quei biglietti, prima erogati quasi a costo zero), e quindi criticità prevedibili nella fattispecie non si mostrarono. Ma provvidi subito, avendo finalmente l’occasione di interfacciarmi con un dirigente del Napoli, di sapere come avrebbero risolto le problematiche relative alla visione di quei posti. Il responsabile mi disse che avevano sollecitato gli steward ad un lavoro più attento, chiedendo la collaborazione delle forze dell’ordine eventualmente. Una soluzione che non mi convinse del tutto: ma, d’altronde, quei posti (come detto prima) sono nati male. Al Comune suggerii l’alienazione delle due file antistanti le postazioni, in modo che se anche l’avessero vista in piedi i tifosi, la visione sarebbe stata garantita. In alternativa, una pedana che rialzasse questi posti. Si tratta di interventi che può fare solo il Comune. Il risultato è che, quando non si registra il sold out, in quei settori non c’è molta gente e bene o male capita di riuscire a vederla decentemente. Quando il match ha più pubblico, la problematica si ripresenta uguale. Il personale è incapace di far sedere le persone; qualche volta, di fronte a proteste più vivaci, hanno spostato qualche tifoso in carrozzina nella tribuna family. Ma il problema non si risolve. Pertanto il Comune deve decidere per un intervento, che sia una delle soluzioni proposte o altro, e il Napoli nel frattempo deve provare, nei limiti del possibile, a controllare il settore più intensamente come promesso. E questo avviene con un dialogo tra le parti. Quei posti sono un diritto e vengono pagati. Tra l’altro il Comune aveva anche promesso, nero su bianco, che avrebbe portato a 278 (il vero requisito minimo) i posti destinati, e interventi per segnaletica ad alta visibilità, percorsi tattili e superfici tattili in lingua braille; a che punto sono?
Lo ripeto ancora una volta; questa è una battaglia di civiltà. Girarsi dall’altra parte non è perdonabile”.

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